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(1892-1967)
Originario di Iglesias (Sardegna), fu decorato per i meriti militari durante
la prima guerra mondiale.
Dal 1923, aderì al nascente
Partito Nazionale Fascista
prima
di prendere le distanze
da questo partito.
Dal 1934 fu presidente dell'Azienda mineraria metallurgica italiana (AMMI).
Nell'ottobre del 1943 accolse una famiglia ebrea. Per questo motivo ottenne
postumo il riconoscimento di "Giusto tra le nazioni", che gli fu
conferito, per il Yad Vashem, il 16 giugno 1997.
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DICHIARAZIONE.
Ho letto alcuni volumi di "Parole di Vita" scritti dalla
Signorina Maria Valtorta.
Per quanto io debba considerarmi, sotto il profilo della preparazione
teologica, semplicemente un profano, tuttavia la impressione da me riportata
è stata — immediatamente — quelle che tale Opera non puà esser frutto della
semplice volontà umana, anche se esse fosse dotata di dottrina, di culture e
di capacità veramente superiori.
Vi ho sentito l'impronta inconfondibile del Divino Maestro, anche se Esso si
presenta agli occhi del lettore sotto una luce cosi realisticamente umana
quale non può apparire dalla sola lettura dei Vangeli. Ma tale Umanità — pur
umile e naturale — resta però nella stessa Opera sempre, inconfondibilmente,
l'Umanità vera del Nostro Signor Gesù Cristo, cosi come nelle nostre
meditazioni e nelle nostre aspirazioni ce lo siamo continuamente visto
dappresso in tutta la nostre vite di peccatori. Ed ho l'impressione che
mentre l'Opera è capace di suscitare, dal più profondo del nostro essere, un
immenso tumulto di pensieri, di sentimenti e di buone opere, al tempo stesso
convince, in modo oserei dire definitivo, che la verità esiste solamente ed
unicamente nel Vangelo, perché Esso — pur in concetti altissimi — è reso
accessibile in modo chiaro e perfetto alla mente di tutti.
Ciò che più profondamente mi colpi, sotto il profilo critico, nell'Opera,
fu la conoscenza perfette che la scrittrice aveva della Palestina e dei
Luoghi dove si è svolta la predicazione di Nostro Signor Gesù Cristo.
conoscenza che in taluni passe supera la normale cognizione geografica o
panoramica, per diventare addirittura topografica e più ancora geologica e
mineralogica. Sotto questo profilo, sopratutto per la zona di oltre-Giordano
(attuale Giordania) non esistono, per quanto io conosca, pubblicazioni tanto
dettagliate da rendere possibile neppure ad uno scienziato che non sia stato
di proposito in sito, di poter immaginare e descrivere interi percorsi con
tale perfezione da far rimanere perplessi coloro i quali hanno avuto invece
questa possibilità.
Io ho percorso la Palestina e la Giordania ed altri paesi del Medio Oriente
in numerosi viaggi. Mi sono soffermato, in modo particolare, nella Giordania
per ricerche minerarie, ed ho potuto perciò vedere e seguirt con occhio
attento quello che sommarie e non precise pubblicazioni inglesi (le uniche
che ritengo esistano in materia, per quelle zone) non possono neppur
lontanamente offrire.
Ebbene, io posso dichiarare, in serena coscienza, che leggendo la descrizione
fatta nell'Opera di uno dei viaggi di N.S.G.C. oltre Giordano sino a Gerasa
ho riconosciuto, in modo perfetto, con il ricordo vivo che balzava alla mia
mente alla lettura, il percorso di Nostro Signore, ed ho riconosciuto la
descrizione fatta con tale precisione che soltanto chi poteva o vederla od
averla vista aveva la possibilità di essere in grado di ritrarla ! Ma la mia
sorpresa si accentuò allorquando, continuando nella lettura, io lessi una
dichiarazione di carattere mineralogico laddove, rappresentando dei dicchi
sporgenti simili a graniti, afferma che non sono perè graniti ma calcari ! Dichiaro che
tale distinzione poteva essere apprezzata, in sito, soltanto da un esperto !
E continuando leggo ancora che sulla sommità, poco discosto, prima di
riprendere la lieve discesa per Gerasa, si trova una piccola sorgente ove
N.S.G.C. si fermò con la carovana a consumare una breve colazione. Ora io penso
che tale sorgente, che esiste, è di così modesta entità che sarebbe sfuggita,
anche transitandoci dappresso, a chiunque non fosse stato particolarmente
attento.
Questi elementi, oltre alla de scrizione di tutto quel viaggio, in quella
zona ove la tradizione conforta con l'affermare che i paesi che io ho visto e
che sono cristiani quasi al 100% in un Paese preminentemente musulmano sono
tali dall'epoca della predicazione di N.S.G.C., rappresentano un fattore che
non può lasciare indifferente nessuno.
Questi, ed altri che non cito per brevità, i fatti che hanno colpito il mio
spirito critico e che hanno rafforzato in me la convinzione assoluta che
quest'Opera è frutto de Soprannaturale ; se così non fosse, io non riuscirei
a trovare spiegazione umanamente convincente a questi dati di fatto che ho
citato e che sono tuttavia controllabilissimi.
Ma più che il mio spirito critico è il mio cuore - che si sente migliore ogni
volta che può leggere qualche pagina di quest'Opera - che mi assicura che
essa è "Opera di Dio". Con tutto il mio essere io auspico che
quest'Opera divenga al più presto, con la sua sollecita pubblicazione, patrimonio e
dominio di tutta l’umanità, perché sento e penso che tante e tante e tante
anime di errante torneranno a l'Ovile ».
Vittorio Tredici,
Roma, Gennaio 1952.
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